Vecchio Amico piu che Carissimo!
Doppo tante vicende, che il Ciel, volge, e rivolge permetetemi Caro Schlegel, che il vostro Vecchio, e sincero Amico vi dii la nuova ch’egli peranche vegeta, mentre sono oramai piu Anni, che non ho abbandonato la Casa, Malatie, dolori di pietra, e l’accerbo dolore d’aver perduto nel Anno scorso nello spazio di 10 mesi li miei due figli Maggiori, e stato un colpo per me si teribile, che non posso trovare termini, per esprimerlo; a questo si giunge che sono ormai gia passo li 69! Non ostante l’unico mio diletto, e il lavorare, e forse vi sarà noto che ho pubblicato due Tomi dell’Istoria della Pittura in Germania, e nei Paesi-Bassi: la quale e stata favorevolmente accolta dal Publico. Ditemi di grazia, abbiamo speranza di rivedervi in Germania? Non siete peranche [2] sazio d’essere un continuo perpetuomobile, da una Zona, al altra? Non volete seglervi un sogiorno tranquillo, o pure volete vivere, e morire in quel gran Mulino a vento di Parigi? Perdonatemi tutte queste richieste, elle derivano da un Cuore che vi Ama teneramente, che vi prezza, e che desiderebbe di avervi piu vicino!
Novità non saprei dirvi nulla, qui la ruota va sempre il suo giro. Do re mi fa sol la, canta chi sale, La sol fa mi re do, canta chi scende –
„fin che la morte al tutto pon silenzio“
Ma non voglio tediarvi davantaggio, ed abusare della vostra bonta. Vi Abbraccio teneramente e vi prego d’Amarmi, e di credermi tutto
il Vostro Fiorillo.
Goettingen li 21.° 8ttbre
1817.
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