Stimatm͂o Signore
Dopo l’ultima mia non ho desistito dalle mie indagini per secondare le sue premure relativamente all’opera ossia Codice di Monza. Il sig. Barone Ottehfelds è il Commissario incaricato degli oggetti di questo genere, ed era ben sicuro che non si sarebbe ricusato di compiacermi trattandosi di cosa che può servire ad uno scopo così lodevole. Egli conosce anzi moltissimo la sua persona e si sarebbe fatto un doppio piacere sapendo che nel favorirmi faceva cosa grata anche a Lei. Mal il fatto sta, che il manoscritto desiderato trovasi fra il numero di quelli che sono rimasti a Parigi. Abbiamo stamane confrontato col sig. Ottehfelds il Catalogo degli oggetti stati tolti da’ francesi da Monza e il Catalogo degli oggetti stati restituiti, e vi abbiamo appunto riscontrato il Codice dell’Orsini accennatomi nella sua memoria fra i compresi nel pm͂o e non nel secondo, cioè fra i tolti e non fra i restituiti. –
[N]on vedo dunque più alcun mezzo di servirla come sperava, ed avendo ella qualche buon mezzo a Parigi bisognerebbe dirigersi colà. Ma dove trovare quel codice? Fu esso smarrito per ordine del Re o per infedeltà de’ custodi? Ella potrà chiarirsene meglio di me. I miei replicati doveri a Mad. de Stael, a M.lle Albertine, a Mr de Rocca. La Biblioteca Italiana è sotto i torchj e ne uscirà il pm͂o fascicolo pel giorno 20. cor͂te. Io mi farò debito di spedirglielo ove saprò ch’Ella sia. Intanto le rinnovo i sentimenti della mia stima colla quale sono
Tutto suo devotm͂o Se.o
Giuseppe Acerbi
[2] [leer]